La figura del coordinatore infermieristico ha un percorso storico giuridico importante come quello dell'infermiere.
Si può dire che questa figura ha 154 anni e per essere una vecchietta, se li porta abbastanza bene.
Si può dire che questa figura ha 154 anni e per essere una vecchietta, se li porta abbastanza bene.
Per poter capire meglio l'importanza di questa figura, è necessario un breve excursus storico giuridico attraverso un quadro riassuntivo. ( Fonte )
- Il Regio Decreto del 1925 e 1929, istituiscono la figura di infermiera AFD ( Abilitata alle Funzioni Direttive). Il titolo si poteva conseguire dopo il biennio della scuola convitto, frequentando un altro anno di studi.
- Riforma ospedaliera, fine anni sessanta, ( D.P.R. 27 marzo 1969, n. 128) prevedeva la figura del caposala, all'interno della dotazione del "personale sanitario ausiliario" e fra il personale di assistenza diretta, e nei vari articoli del decreto, era previsto: ( Il caposala è alle dirette dipendenze del primario e dei sanitari addetti alla divisione, sezione o servizio)
- Dieci anni dopo, attraverso l'istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, con il ( D.P.R. 20 dicembre 1979, n. 761) prevedeva la figura del caposala, appartenente al ruolo sanitario, con il profilo professionale di operatore professionale di prima categoria e la posizione funzionale di " operatore professionale coordinatore".
- Alla fine degli anni Ottanta, il D.M. 13 settembre 1988, sulla determinazione degli standards del personale ospedaliero prevede una caposala per ogni Unità operativa che svolge attività di coordinamento dell'attività del personale infermieristico, tecnico e ausiliario e supervisione sulle attività di tirocinio e formative;
- La Legge 43 del 2006, introduce gli elementi di sviluppo della figura del coordinatore infermieristico:
- Il riconoscimento dei professionisti coordinatori;
- L'istituzione della figura di coordinamento nelle organizzazioni socio sanitarie;
- I coordinatori sono coloro che possiedono il Master di primo livello in management o per le funzioni direttive.
Competenze del coordinatore infermieristico
Sono passati quasi cinquant'anni quando la capo sala era alle dirette dipendenze del primario e dei sanitari, dove aveva tutta una serie di compiti quali:
- Controlla e dirige il servizio degli infermieri e del personale ausiliario;
- Controlla il prelevamento e la distribuzione dei medicinali, del materiale di medicazione e di tutti gli altri materiali in dotazione;
- Controlla la qualità e la quantità delle razioni alimentari dei ricoverati e ne organizza la distribuzione;
- E' responsabile dell'archivio.
Non c'è dubbio che la professione di coordinatore oggi è complessa, rispetto a cinquant'anni fa, negli ultimi 20 anni vi è stato un'innalzamento dei livelli organizzativi e tecnologici con metodologie di lavoro avanzate nelle strutture sanitarie,
Se vogliamo descrivere le caratteristiche e le funzioni del coordinatore di oggi, non possiamo semplificarlo dicendo che si occupa solo della disposizione dei turni, della gestione dei farmaci e le varie richieste presso l'ufficio tecnico, sarebbe troppo riduttivo.
Oggi al coordinatore infermieristico è richiesta una competenza più intellettuale, organizzativa, culturale, in linea con nuovi modelli organizzativi, al fine di garantire ai cittadini una protezione di salute individuale con un contenimento dei costi.
Se vogliamo descrivere le caratteristiche e le funzioni del coordinatore di oggi, non possiamo semplificarlo dicendo che si occupa solo della disposizione dei turni, della gestione dei farmaci e le varie richieste presso l'ufficio tecnico, sarebbe troppo riduttivo.
Oggi al coordinatore infermieristico è richiesta una competenza più intellettuale, organizzativa, culturale, in linea con nuovi modelli organizzativi, al fine di garantire ai cittadini una protezione di salute individuale con un contenimento dei costi.
Oggi il coordinatore deve confrontarsi non solo con l'infermiere, ma anche con altre figure di diverso profilo, cercando di mantenere un equilibrio tra le diverse figure, affinché possano collaborare tutti assieme.
Una Azienda sanitaria che si rispetti, pone ai coordinatori degli obiettivi, da raggiungere entro una certo periodo, pena, nelle valutazioni, la rimessa in discussione del ruolo stesso.
Ho trovato alcune delibere per incarichi di coordinamento, nella stessa, vi erano elencati gli obiettivi che il coordinatore dovrebbe raggiungere, tra i quali:
- Partecipazione alla definizione degli obiettivi generali e delle politiche di sviluppo dell'Unita Operativa;
- Programmazione e verifica dell'organizzazione del lavoro inerente la funzione gestita;
- Promozione e sviluppo della qualità dell'assistenza attraverso la progettazione e la gestione d'interventi di miglioramento orientati alla soddisfazione dei clienti;
- Concorso alla definizione degli aspetti tecnico-logistici connessi alle funzioni delle professioni sanitarie;
- Promozione e utilizzo degli strumenti che documentano l'attività del processo di assistenza infermieristica e della documentazione specifica di ogni professionista;
- Concorso dei fabbisogni formativi del personale dell'Unità Operativa;
- Valutazione del personale infermieristico e quello di supporto.
Ovviamente ogni azienda predispone degli obiettivi in base all'Unità Operativa e all'utenza che beneficia dei servizi.
Responsabilità del Coordinatore
Il concetto di responsabilità nelle strutture sanitarie è mutato nel tempo, anche la giurisprudenza in qualche modo ne ha dato dimostrazione, passando dalla responsabilità rese da più professionisti, a quella responsabilità che fa capo alla struttura sanitaria intesa come struttura organizzata.
E' qui che entra in gioco la funzione strategica del coordinatore, colui chiamato a gestire organizzare e programmare direttamente le risorse umane e strumentali.
Essendo chiamato a gestire un sistema di risorse e di processi lavorativi, questa figura è chiamata a rispondere del concetto di responsabilità organizzativa e gestionale per difetto della protezione dei pazienti, derivante da un inadempimento dei propri obblighi, a sua volta, determina un ipotesi di responsabilità dell'ente per deficit organizzativo.
Questa responsabilità nasce proprio dal fatto che a lui o lei è stata assegnato/a il coordinamento di quella Unità Operativa, dove deve programmare, coordinare e valutare nel miglior modo possibile l'utilizzo delle risorse umane, tecnologiche ed economiche, assumendosi la responsabilità gestionale in relazione del suo operato.
Quindi oggi il coordinatore si vedrà attribuire sempre più responsabilità di tipo manageriale, quindi gestionale/organizzativo, diverse dalle solite responsabilità degli infermieri di tipo clinico assistenziali.
Perché, se è vero che in prima istanza vi è una responsabilità della struttura sanitaria, è anche vero che si possono innescare delle dinamiche che possono portare alla ricerca, al riconoscimento di una responsabilità di tipo disciplinare, ne è un esempio una sentenza del Tribunale di Genova 1 Luglio 2005.
A te la parola
Tu coordinatore/ce come ti sei organizzato per affrontare queste responsabilità? lascia un tuo commento.
E' qui che entra in gioco la funzione strategica del coordinatore, colui chiamato a gestire organizzare e programmare direttamente le risorse umane e strumentali.
La strada è lunga Fonte |
Questa responsabilità nasce proprio dal fatto che a lui o lei è stata assegnato/a il coordinamento di quella Unità Operativa, dove deve programmare, coordinare e valutare nel miglior modo possibile l'utilizzo delle risorse umane, tecnologiche ed economiche, assumendosi la responsabilità gestionale in relazione del suo operato.
Quindi oggi il coordinatore si vedrà attribuire sempre più responsabilità di tipo manageriale, quindi gestionale/organizzativo, diverse dalle solite responsabilità degli infermieri di tipo clinico assistenziali.
Perché, se è vero che in prima istanza vi è una responsabilità della struttura sanitaria, è anche vero che si possono innescare delle dinamiche che possono portare alla ricerca, al riconoscimento di una responsabilità di tipo disciplinare, ne è un esempio una sentenza del Tribunale di Genova 1 Luglio 2005.
A te la parola
Tu coordinatore/ce come ti sei organizzato per affrontare queste responsabilità? lascia un tuo commento.
Sono tutt'altro che un coordinatore, ma posso dire che molte/-i di loro oggi sanno perfettamente come delegare alle infermiere ciò che dovrebbero fare loro e che lavorano ben poco, a scapito del personale e dei pazienti!
RispondiEliminaCiao,
Eliminacapisco il tuo punto di vista, e gli estremi non vanno mai bene, ne da una parte ne dall'altra, un buon coordinatore dovrebbe essere equilibrato,però anche noi e mi ci metto anche io, dovremo smettere di sindacare il lavoro degli altri, mettiamoci con serenità una mano nella coscienza e chiediamoci se facciamo tutto il possibile nel nostro
La mia esperienza di coordinatrice mi ha portato ad approfondire dopo il master di primo livello ambiti sulla gestione di risoluzione dei problemi che prima non ho avuto modo di comprendere fino in fondo. L'impatto con la realtà non sempre è facile: promuovere e gestire cambiamenti, relazioni, affrontare conflitti, insoddisfazioni o difficoltà di familiari, pazienti e collaboratori, assumersi responsabilità, sapere fare scelte non sono caratteristiche che si apprendono dai libri, né spesso sono evidenti a chi non fa questo lavoro. Spesso il coordinatore è percepito in modo diverso, a volte super infermiere esperto, a volte assistente del medico o dello stesso infermiere, ma nonostante tali distorsioni è ora un manager," middle", "top", "quadro" non fa differenza. Le competenze per poterlo essere sono le stesse. Un professionista che sa applicare la teoria alla propria realtà lavorativa e soprattutto sa applicarla abbattendo le proprie convinzioni ma favorendo l'integrazione. Credo non sia un lavoro facile, la delega è uno strumento necessario per saper gestire il tempo. Un tempo per il fare, uno per pensare e progettare e uno per valutare. Progettare il cambiamento e attuarlo con il proprio gruppo di lavoro, trovando nelle fatiche quotidiane la motivazione di essere professionisti, capaci di creare benessere per sé e per i propri collaboratori.
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