mercoledì 10 dicembre 2014

Processo simulato per responsabilità infermieristica

Lo scorso 6 Dicembre ho partecipato al Convegno presso l'Hotel Panorama di Cagliari organizzato dal Collegio IPASVI di Cagliari, assieme a quello di Carbonia-Iglesias sul Processo simulato per responsabilità infermieristica.



Si avete capito bene, un vero e proprio processo simulato in sala congressi, con tutti gli attori, l'imputato, il Pubblico Ministero, l'avvocato della difesa, il Medico Legale e l'infermiere forense. 

L'apertura del congresso è stata fatta dal nostro Presidente del Collegio di Cagliari Pierpaolo Patteri, che confermando l'attuale collegio dalle ultime elezioni, si impegnavano a seguire il filone di questi convegni dato il numero dei partecipanti non di poco conto.

Prima di iniziare la simulazione del Processo il Dott. Sergio Fucci, vecchio magistrato e moderatore del convegno, arricchendo il tutto con sintesi che pochi sanno fare, ci ha illustrato quelle che sono le basi di un processo penale.

Il significato di Capo di Imputazione, colpa professionale, il tutto contornato da una serie di sentenze di Cassazione, ragionate, anche alla luce della Legge Balduzzi.

Il vero Congresso è iniziato con la presentazione delle slide di Graziano Lebiu, un vero guru degli eventi ECM nell'ambito della responsabilità sanitaria infermieristica, nonché Presidente del Collegio Carbonia Iglesias.

Le slide che scorrevano erano ritagli di quotidiani di infermieri condannati, con immagini di sanitari, sbarre di prigioni, il tutto con la colonna sonora della canzone di Edoardo Bennato ( in prigione) una bella botta di risveglio mattutino.

L'intervento successivo è stato quello dell'accusa rappresentato dalla Dott.ssa Roberta Murgia illustrandoci il significato del processo Penale ordinario, il Pubblico Ministero e le sue funzioni, quelle del GIP ( Giudice delle indagini preliminari) del GUP ( Giudice udienza preliminare), le funzioni della Polizia giudiziaria.

Il momento della difesa da parte dell'avvocato Salvatore Casula legale del Nostro Collegio di Cagliari, oserei dire uno che ne sa abbastanza di infermieri, pensate che ha presentato la sua presentazione a braccio.

L'avvocato ha subito evidenziato le discrepanze di un processo, non di poco conto, rifletteteci un attimo, la differenza tra la parte pubblica e quella privata, quella pubblica con i pubblici Ministeri che utilizzano fondi pubblici, la parte privata, invece i fondi privati, assai costosi, basti pensare che per un risarcimento danni ci vuole un marca da bollo da 1700 euro, immaginate un po.

Sempre la difesa ha evidenziato l'art 24 della Costituzione del diritto per i meno abbienti ad usufruire del patrocinio dello stato.

Il Processo 

Il Processo simulato è preso da una sentenza vera, quella della quarta sezione penale di Cassazione n°901/2012 in cui un infermiere è stato ritenuto responsabile del reato previsto dall'art 589 cod.pen. perchè nella qualità di infermiere, ha omesso di effettuare un tempestivo e costante controllo mentre la paziente era sottoposta ad una trasfusione di sangue, ne cagionava per colpa la morte, avvenuta per arresto cardiaco, consecutivo per schock emorragico. 

 Il processo si tenuto con tutti gli attori, l'imputato ( l'infermiere), curioso anche il nome di fantasia, il Sig. Murvone, il Giudice, il Pubblico Ministero, la difesa, e consulente tecnico del PM, ognuno ha fatto la sua parte.
Relatori

Dati e circostanze del fatto

Alle 21.00 prendeva servizio l'infermiere il Sig. Murrvone infermiere presso l'U.O di T.I, al passaggio delle consegne l'infermiere apprendeva che era in atto una emotrasfusione alla paziente Beatrice Bea, attraverso un catetere arterioso in femorale dx.

A causa del distacco del circuito emotrasfusionale, si verifica una perdita di sangue che la portava alla morte della Signora Beatrice.

Il quesito posto al perito, richiede l'identificazione del profilo di responsabilità dell'infermiere che omettendo di effettuare un tempestivo e costante controllo mentre la paziente era sottoposta ad una trasfusione di sangue, ne cagionava per colpa la morte, avvenuta per arresto cardiaco, consecutivo a schock emorragico.

I dati della documentazione sanitaria 

Acquisita la documentazione infermieristica, agli atti riportano solamente che alle 22.20 viene constata da Dr. Tonno la morte della Signora Beatrice, trovata con un imponente emorragia causata dalla disconnessione accidentale del deflussore dell'infusione.

Parere infermieristico Legale 

Il Consulente Tecnico, acquisiti gli atti e verificata tutta la documentazione in suo possesso, traccia il profilo di responsabilità infermieristica.

Nel parere scritto  dall'infermiere legale  si legge che la particolare attenzione da riservare a pazienti in corso di terapia infusionale endovenosa fa parte del bagaglio culturale del Professionista Infermiere anche prima della formazione universitaria e della evoluzione normativa in atto della professione stessa.

In tutti i trattati di infermieristica sono note le possibili complicanze da infusioni venose  sia tecniche ( nel reperire gli accessi) che gestionali, ( vedi infezioni, stravasi,trombotiche), figuriamoci le possibili complicanze dell'emotrasfusione.

Non solo, una emotrasfusione eseguita con una pratica insolita,attraverso un circuito arterioso dove per una emostasi la letteratura dice che ci vogliono almeno 15 minuti.

Inoltre il rischio di disconnessione viene citato dalla letteratura come frequente.

In tutte le linee guida e raccomandazioni per quanto riguarda le emotrasfusioni affermano che nessuna trasfusione è priva di rischi e per tanto viene ribadita la responsabilità dell'infermiere nel monitoraggio del paziente in tutte le fasi assistenziali.


Conclusioni

Dalle conclusioni da parte del Consulente del PM, si evidenziano per l'infermiere dei profili di responsabilità per negligenza e imprudenza contrari alla diligenza media del professionista in quest'ambito.

Il professionista doveva vigilare costantemente come gli era stato detto nel passaggio delle consegne per tutto il tempo della terapia trasfusionale la Signora Beatrice, suddividendo gli altri compiti con la coordinatrice in turno con lui.

Considerando che la pratica trasfusionale veniva fatta attraverso dei sistemi inusuali, a maggior ragione doveva dare la massima priorità a questa assistenza.

L'infermiere legale conclude richiamando quanto previsto dal Codice Deontologico dell'infermiere , che, all'art 9 cita " L'infermiere, nell'agire professionale, si impegna ad operare con prudenza anche al fine di non nuocere".

Dimmi la tua 

Ti ha fatto piacere riportare in un post la sintesi di un convegno di questa portata? dimmi la tua.







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