Avete mai sentito parlare di Malasanità? quasi ogni giorno TG e quotidiani ci bombardano con questi titoli di coda, cercando di aggiudicarsi l'esclusiva della notizia scandalo.
venerdì 20 dicembre 2013
venerdì 1 novembre 2013
Coordinatore infermieristico: senza master si può?
martedì 22 ottobre 2013
Il nuovo procedimento disciplinare
( Scritto da Elisabetta Orrù)
Negli ultimi anni le organizzazioni sanitarie sono state oggetto di un profondo rinnovamento che ha investito tutta la Pubblica Amministrazione, questo ha modificato gli assetti
organizzativi tradizionali e di conseguenza ha rinnovato profondamente le modalità operative.
Negli ultimi anni le organizzazioni sanitarie sono state oggetto di un profondo rinnovamento che ha investito tutta la Pubblica Amministrazione, questo ha modificato gli assetti
organizzativi tradizionali e di conseguenza ha rinnovato profondamente le modalità operative.
sabato 14 settembre 2013
La documentazione infermieristica
( Articolo scritto da Angela Maria Carta)
Attualmente esiste un notevole interesse nel settore sanitario per migliorare la qualità della documentazione infermieristica e uno dei motivi principali è la crescente necessità di documentare e trasferire tutte le informazioni sui pazienti/utenti ai sanitari che, a diverso
Attualmente esiste un notevole interesse nel settore sanitario per migliorare la qualità della documentazione infermieristica e uno dei motivi principali è la crescente necessità di documentare e trasferire tutte le informazioni sui pazienti/utenti ai sanitari che, a diverso
titolo, partecipano
al processo di cura.
mercoledì 11 settembre 2013
Alcune regole per i permessi retribuiti
Quanti di noi hanno chiesto al proprio coordinatore di poter usufruire di un permesso retribuito per partecipare ad un evento formativo è ci è stato negato?
Siamo tutti al corrente dei numeri di giorni che il nostro contratto prevede per l'aggiornamento, o la partecipazione ad esami o concorsi?
www.omceomi.it |
Etichette:
by Fabio Sanna
Ubicazione:
Selargius CA, Italia
giovedì 27 giugno 2013
Ruolo e responsabilità dell'infermiere della centrale operativa 118
L'infermiere della centrale operativa 118 è il primo contatto ed è il primo anello della catena di emergenza. Più delle volte l'utente si rapporta con lui per poter pianificare e inviare il mezzo più idoneo, nella struttura più adatta alle esigenze del paziente.
Con il D.P.R del 27 marzo 1992 il sistema di emergenza è stato regolamentato in italia confluendo tutte le chiamate di emergenza sanitaria in un unico numero, il 118.
Il ruolo dell'infermiere della centrale operativa
In conformità al D.P.R. del 92 e alla conferenza Stato Regioni l'infermiere di triage deve essere opportunamente formato e principalmente si occupa di:
- di ricevere e gestire le richieste di intervento,
- attraverso dei protocolli prestabiliti e un processo decisionale allerta il mezzo di soccorso più idoneo al caso ( mezzo di soccorso avanzato o altro)
- coordina lo stato di emergenza
- mantiene il contato con il pronto soccorso e le strutture ospedaliere
- conosce le situazioni di maxi emergenza
- è responsabile del passaggio delle consegne e delle informazioni
- rileva e documenta tutti i dati dai servizi svolti anche con incidenza medico legale.
- è aggiornato sui posti letto delle terapie intensive territoriali.
Le criticità del processo
Come ci ricorda la Raccomandazione n.15 del 2013 l'attività del triage è articolata è complessa, e durante le sue fasi si può incorrere ad evento avverso.
Nell'attività del triage si possono riscontrare tre criticità fondamentali che possono condurre ad una errata attribuzione del codice di priorità.
Come ci ricorda la Raccomandazione n.15 del 2013 l'attività del triage è articolata è complessa, e durante le sue fasi si può incorrere ad evento avverso.
Nell'attività del triage si possono riscontrare tre criticità fondamentali che possono condurre ad una errata attribuzione del codice di priorità.
Criticità organizzativo strutturale da riferirsi principalmente:
- insufficiente modalità di interazione tra il sistema extraospedaliero e quello ospedaliero
- carenza della dotazione organica infermieristica della centrale, o del triage sul posto, o di quello di pronto soccorso
- insufficiente modalità di interazione tra il sistema extraospedaliero e quello ospedaliero
- carenza della dotazione organica infermieristica della centrale, o del triage sul posto, o di quello di pronto soccorso
Criticità di tipo assistenziale
- Insufficiente o carente la raccolta dati da parte del personale della centrale operativa 118 durante l'intervista con l'utente che richiede il soccorso, tale da determinare una errata valutazione di gravità dell'evento.
- uno scorretto utilizzo delle tecnologie disponibili da parte del personale della centrale operativa.
- raccolta dei dati incompleta e inadeguata
- mancato rispetto dei protocolli e delle procedure
- Insufficiente o carente la raccolta dati da parte del personale della centrale operativa 118 durante l'intervista con l'utente che richiede il soccorso, tale da determinare una errata valutazione di gravità dell'evento.
- uno scorretto utilizzo delle tecnologie disponibili da parte del personale della centrale operativa.
- raccolta dei dati incompleta e inadeguata
- mancato rispetto dei protocolli e delle procedure
Criticità relazionale
- situazione sbilanciata per competenza e ruolo tra gli operatori del pronto soccorso
- limite di comunicazione, dovuti a problemi linguistici, culturali, ma anche a incompleta o inadeguata comunicazione tra l'utente o i suoi famigliari e gli operatori.
- situazione sbilanciata per competenza e ruolo tra gli operatori del pronto soccorso
- limite di comunicazione, dovuti a problemi linguistici, culturali, ma anche a incompleta o inadeguata comunicazione tra l'utente o i suoi famigliari e gli operatori.
areu.lombardia.it |
Profili di responsabilità
L'infermiere della centrale operativa risponde come gli altri colleghi della corretta applicazione dei protocolli andando incontro anche esso a responsabilità colpose per negligenza imprudenza e imperizia.
Secondo il D.P.R. del 1992 i profili di responsabilità si dividono in due livelli:
- Responsabilità medico organizzativa
- responsabilità operativa.
L'art 4 del D.P.R del 92 prevede che la responsabilità organizzativa della centrale operativa è attribuita nominativamente ad un medico ospedaliero.
Mentre la responsabilità operativa è affidata al personale infermieristico della centrale, sempre nell'ambito dei protocolli decisi dal medico responsabile.
La responsabilità dell'infermiere di centrale e simile a quella dell'infermiere del pronto soccorso me meno stringente, perché nel triage telefonico, l'infermiere determina una apparente criticità di una chiamata di emergenza, mentre nel triage del pronto soccorso, l'infermiere deve codificare la criticità del paziente con maggiore precisione.
La raccomandazione n.15 del 2013 stabiliscono che i protocolli devono basarsi su prove di efficacia ( EBN), quindi compete all'infermiere attivarsi per effettuare dei processi di cambiamento dei protocolli in funzione dell'aggiornamento e delle conoscenze scientifiche.
Anche nel triage telefonico l'infermiere se non applica correttamente i protocolli può andare incontro ad una sottostima dell'assegnazione dei codici di gravità, rispondendo di reati di lesione colposa o nei peggiori dei casi ad omicidio colposo.
Provate immaginare nelle grandi città nel periodo estivo quante telefonate arrivano nella centrale operativa di ogni colore, di ogni misura, provate a immaginare attraverso quei pochi minuti che l'infermiere ha a disposizione per determinare una criticità, meditiamo colleghi, meditiamo.
lunedì 17 giugno 2013
Competenze e responsabilità del triage intraospedaliero
Chi di noi ha avuto la spiacevole esperienza di visitare un Pronto soccorso come paziente, ha potuto notare la quantità di persone in fila per diverse ore a seconda del codice colore attribuito dall'infermiere di Triage.
giovedì 2 maggio 2013
Indennizzo INAIL per l'ernia del disco ecco come farla riconoscere
Nel 2011 INAIL sono prevenute 30.000 denunce per malattie professionali o malattie del lavoro e il trend è in crescita.
L'infermiere o qualsiasi altro operatore sanitario che lavora da almeno dieci anni è con molta probabilità esposto al sovraccarico del rachide lombare ( ernia del disco), forse però non tutti sanno che l'INAIL indennizza con regole precise, i danni provocati alla salute del lavoratore o lavoratrice prevedendo un indennizzo economico, in questo post spiegherò come fare.
venerdì 26 aprile 2013
Infortunio sul lavoro come comportarsi
L'infortunio sul lavoro ancora oggi rappresenta una piaga sociale, anche l'ospedale inteso per noi infermieri come luogo di lavoro, non è esente da questi incidenti.
I dati INAIL del 2012 mostrano che le donne sono le più esposte e allora di fronte a queste evenienza come ci si deve comportare? quali sono i nostri diritti?.
sabato 6 aprile 2013
Lavoro extra per gli infermieri, ma a quali condizioni?
La carenza degli infermieri negli ospedali è ormai storica e le ragioni sono multifattoriali.
Basta pensare all'elevato tasso di malattia, al numero di permessi concessi dalle Legge 104, le ferie nel periodo estivo, l'aggiornamento e altro ancora.
martedì 2 aprile 2013
Nuove regole di responsabilità per gli infermieri
Con il nuovo Decreto Balduzzi, ora Legge, cambiano le regole sulle valutazioni di responsabilità anche per noi infermieri.
mercoledì 20 marzo 2013
Ordine di servizio una tutela per l'infermiere
Spesso, l'infermiere si trova quasi a subire delle disposizioni da parte del nostro coordinatore o dell'amministrazione stessa, che ci appaiono come delle ingiustizie vere e proprie, altre volte invece ne diamo esecuzione senza sapere se sono veramente legittime.
Si chiama Ordine di servizio e si presenta in forma scritta o verbale sia da parte o del nostro coordinatore o direttamente dell'amministrazione.
In caso ci venga chiesto di eseguire una prestazione, o comunque ci viene data una certa disposizione da parte del nostro superiore e riteniamo che tale disposizione sia palesemente illegittima, siamo tenuti immediatamente a contestarla, motivandone le ragioni.
In questo caso per dare seguito alle disposizioni che ci hanno richiesto, siamo legittimati a richiedere al nostro superiore gerarchico un ordine di servizio scritto e motivato.
- Orale ( solo nei casi di emergenza- urgenza )
- Scritto
Per quali ragioni?
- professionali (redazioni di protocolli, linee guida )
- Organizzative
Come deve essere redatto un ordine di servizio?
- Deve essere redatto in forma scritta
- Deve essere tempestivo
- Deve essere impartito nel luogo di lavoro
- Deve contenere la motivazione
- Deve prevenire dal responsabile del servizio ( art 16 D.P.R. 3/1957 )
- Deve essere chiaro
- Deve indicare la data di emissione
- Deve essere nominativo
Chi può emettere un ordine di servizio?
- Qualsiasi ufficio, o persona fisica sovraordinata per legge, regolamento o organizzazione aziendale a influire nell'organizzazione del lavoro.
- Sanità: tutto il personale inquadrato in categoria D e superiori.
Si può disattendere un ordine di servizio?
Si può disattendere un ordine di servizio se vi sono motivazioni personali che impediscono al dipendente di ottemperarvi e sempre che sia possibile dare puntuale dimostrazione dell'impedimento:
- Stato di necessità ( art.54 c.p. )
- forza maggiore ( art. 45 c.p. )
- rischio di commettere un reato penale
www.nursind.it
ordine di servizio
Luca Benci
Un altro post lo dedicherò alle varie tipologie di ordini di servizio, perché sono vari ed ognuno merita la sua riflessione.
Quanti di voi richiedono o ricevono ordini di servizio per l'espletamento di certe funzioni? ditemelo nei commenti.
sabato 9 marzo 2013
L'emotrasfusione è ancora un atto esclusivo del medico?
Questo post nasce dall'esigenza di condividere con alcuni colleghi infermieri e studenti di infermieristica la questione dell'emotrasfusione, vissute ancora come una sorta di gabbia mentale.
Ancora oggi assisto a dei convegni dove si parla di competenza e responsabilità dell'infermiere nell'emotrasfusione e le domande sono sempre le stesse, ci compete?,se accade qualcosa al paziente quali sono le nostre responsabilità?
Quale normativa erano a conoscenza gli infermieri ?
Abbiamo studiato per anni il famoso art.12 della Legge 107/90, che disciplina l'attività trasfusionale e tre anni dopo, la Commissione nazionale per l'attività trasfusionale del Ministero stilò le guidelines protocollari, dove definiva tutti i momenti e le persone interessate all'atto trasfusionale.
Gli anni passano, la professione si è evoluta, e in vent'anni anni sono cambiate parecchie cose:
Ancora oggi assisto a dei convegni dove si parla di competenza e responsabilità dell'infermiere nell'emotrasfusione e le domande sono sempre le stesse, ci compete?,se accade qualcosa al paziente quali sono le nostre responsabilità?
Quale normativa erano a conoscenza gli infermieri ?
Abbiamo studiato per anni il famoso art.12 della Legge 107/90, che disciplina l'attività trasfusionale e tre anni dopo, la Commissione nazionale per l'attività trasfusionale del Ministero stilò le guidelines protocollari, dove definiva tutti i momenti e le persone interessate all'atto trasfusionale.
- La trasfusione di sangue è un atto medico e per tanto deve essere prescritta ed effettuata dal medico
Gli anni passano, la professione si è evoluta, e in vent'anni anni sono cambiate parecchie cose:
- DM 739/94 ( Profilo professionale)
- Legge 42/99 ( Disposizioni in materie di professioni sanitarie )
- Legge 251/2000 ( Disciplina delle professioni sanitarie )
- Codice Deontologico del 2009.
La nuova normativa sull'attività trasfusionale
- Legge Legge 219/2005( Nuove discipline dell'attività trasfusionali)
- Raccomandazione n.5 marzo 2008 del Ministero della Salute ( Raccomandazione per la prevenzione della reazione trasfusionale da incompatibilità ABO
Facciamo alcune considerazioni in merito
- Era il 1993 ( sono passati più di vent'anni), la Commissione si era insediata in seguito alla Legge 107/90, decisamente prima del profilo professionale del 1994 e l'abrogazione del mansionario con la Legge 42/99 e 251/2000
- La Commissione nazionale per il servizio trasfusionale aveva redatto le guidelines protocollari come parere richiesto dalla legge, quindi il documento non aveva forza coattiva.
- Il Ministero non ha mai fatto proprio tale documento con una circolare, un Decreto, che regolamentasse l'esecuzione delle trasfusioni
- Il Buon uso di sangue del Ministero della Sanità del 4 febbraio 1993, non fa accenno minimamente alle linee guida citate
- Anche i Decreti Ministeriali del 25 e 26 gennaio 2001 non fanno accenno al documento della Commissione, ma evidenziano la necessità di creare un sistema sicuro di riconoscimento del ricevente a cui è stata assegnata l'unità di sangue.
La trasfusione non è un trapianto di organo
Oggi non regge più il concetto di alcuni che non compete all'infermiere la trasfusione perché di per sé è considerato come un trapianto,essendo il sangue un organo.
In realtà il sangue:
- Non è un organo
- E un tessuto liquido appartenente alla sfera dei tessuti connettivi.
Non si può parlare di trapianto nell'emotrasfusione perché
- Il sangue si può donare volontariamente, l'organo no
- Il trapianto d'organo è regolamentato da leggi precise
A l'infermiere compete l'emotrasfusione
- La Legge 219/2005 ( Nuove discipline delle attività trasfusionali e della produzione nazionale degli emoderivati ) all'articolo 27 abroga espressamente la Legge 107/90 e con essa le obsolete linee guida.
- Si rafforza il concetto dell'abrogazione o meglio ancora dell'aggiornamento delle linee guida del 1993, in seguito all'uscita delle Raccomandazioni n.5 marzo 2008
- Le Raccomandazioni del Ministero della Salute elenca in maniera esaustiva le attività da compiere e il soggetto preposto indicandolo quasi sempre " L'operatore che effettua il prelievo", " l'operatore che esegue la trasfusione" e indicando espressamente il medico essenzialmente per la firma del modulo di richiesta di emocomponenti.
A mio avviso l'atto trasfusionale è la fine di un ciclo che termina con la somministrazione della sacca di sangue da parte sia del medico che dell'infermiere.
Nel processo trasfusionale si intersecano diverse figure professionali con diverse responsabilità, ma anche diversi ambiti di autonomia e competenza.
Non dimentichiamoci il nostro Codice Deontologico che rappresenta il principio guida della nostra professione in particolare l'art.9 che recita:
"L'infermiere nell'agire professionale, si impegna ad operare con prudenza al fine di non nuocere"
E voi nella vostra unità Operativa, quali sono le procedure che adottate per l'emotrasfusione?
domenica 3 marzo 2013
Responsabilità dei Docenti nella gestione dei farmaci a scuola
Nel mio post precedente, ho parlato delle Raccomandazioni del 2005 condivise dal Ministero dell'Istruzione dell'università e Salute come punto di partenza per la somministrazione dei farmaci in orario scolastico.
Nonostante siano presenti sia le Raccomandazioni Ministeriali, che ovviamente non hanno forza coattiva, sia le varie sentenze a riguardo, alcuni Docenti si rifiutano di somministrare farmaci salvavita durante l'orario scolastico, creando così per l'alunno e la famiglia uno stato di emarginazione, negando di fatto il diritto allo studio.
Premesso che l'assenza di leggi specifiche non permette di dare indicazioni univoche e condivisibili, il mio ragionamento si sposta sulla condotta dell'insegnante nell'ipotesi di un alunno che richiede la somministrazione di farmaci salvavita.
La legge punisce non solo chi cagiona un evento dannoso, ma anche colui che ne ha impedito il verificarsi.
Il nostro ordinamento giuridico disciplina sia i comportamenti attivi ( cioè le azioni), sia i comportamenti passivi cioè ( le omissioni).
Dunque, non impedire un evento che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo.
Da cosa deriva l'obbligo giuridico di impedire un evento?
- Da una Legge;
- Da un contratto;
Dall'esistenza di tale obbligo deriva il concetto di Posizione di garanzia nei confronti del bene protetto.
Che ruolo assume l'insegnante durante l'orario scolastico?
L'insegnante nello svolgimento delle sue funzioni assume una posizione di garanzia, quindi assume in se anche l'obbligo di vigilanza, a tutela dell'integrità fisica dell'alunno a lui affidato.
Come si è espressa la giurisprudenza?
La giurisprudenza, più volte ha affrontato le situazioni di violazione agli obblighi di vigilanza da parte degli insegnanti.
Nei casi di situazioni di pericolo prevedibile e prevenibile derivi un danno all'alunno, l'insegnante potrà essere chiamato a rispondere per violazione dell'obbligo di vigilanza da lui imposto in sostituzione dei genitori.
La Corte di Cassazione si è già espressa sull'estensione del concetto di sorveglianza.
" La vigilanza consiste nel complesso di attività, volte a seguire le finalità stabilite dalla legge e non nella semplice presenza fisica" ( Cass.sez.IV n.4883 del 03/1981).
Quindi se il dovere di vigilanza ha come obiettivo la realizzazione delle finalità scolastiche e la somministrazione di farmaci è anch'esso funzionale alla realizzazione delle finalità scolastiche, allora negli obblighi di vigilanza rientra anche la somministrazione dei farmaci salvavita necessari agli alunni con patologie, per garantire anche a loro l'accesso alla Scuola e realizzare così le finalità scolastiche.
Ovviamente anche da parte degli insegnanti assumersi tali incombenze sono una fonte di stress, vanno riequilibrate con le opportune cautele ( vedi Raccomandazioni 2005).
Mentre per le situazioni di emergenza, la linea univoca è condivisa la chiamata del servizio di emergenza 118.
Certamente se i Docenti fossero preparati anche alle situazioni di primo soccorso, sicuramente vivrebbero questo problema con una visione diversa e con molta meno apprensione.
Approfondimenti
venerdì 15 febbraio 2013
Gestione dei farmaci a scuola è ancora un problema?
Può capitare a ognuno di noi di avere dei figli che frequentano la scuola e che a causa di qualche patologia, in genere cronica, necessitino di assumere dei farmaci in orario scolastico.
Se è vero che gli insegnanti o la scuola in generale, da parte loro, non possono/vogliono assumersi la responsabilità di somministrare i farmaci ai propri studenti per vari motivi, è anche vero però, che la malattia non deve rappresentare un fattore di emarginazione per l' alunno.
Il Ministero della Salute e dell'Istruzione nel 2005 ha emanato delle Raccomandazioni in merito alla somministrazione dei farmaci in orario scolastico.
Queste permettono di avere un orientamento comune tra i Dirigenti scolastici, i docenti, gli assistenti e i genitori degli alunni.
somministrazione di farmaci a scuola
Il prossimo post lo dedicherò alle responsabilità dei docenti sulla somministrazione dei farmaci a scuola.
Mi piacerebbe conoscere i vostri commenti su questo tema.
fabio Sanna
Se è vero che gli insegnanti o la scuola in generale, da parte loro, non possono/vogliono assumersi la responsabilità di somministrare i farmaci ai propri studenti per vari motivi, è anche vero però, che la malattia non deve rappresentare un fattore di emarginazione per l' alunno.
Come comportarsi?
Il Ministero della Salute e dell'Istruzione nel 2005 ha emanato delle Raccomandazioni in merito alla somministrazione dei farmaci in orario scolastico.
Queste permettono di avere un orientamento comune tra i Dirigenti scolastici, i docenti, gli assistenti e i genitori degli alunni.
Cosa devono fare i genitori?
- I genitori devono presentare richiesta formale con il certificato medico, indicando lo stato di malattia dell'alunno.
- Nella prescrizione medica deve essere indicata:
- i farmaci da assumere
- come conservarli
- la posologia
- Non devono essere richieste particolari cognizioni specialistiche di tipo sanitario.
Cosa devono fare i Dirigenti scolastici?
- Devono individuare un luogo idoneo per la conservazione dei farmaci e la loro somministrazione
- Possono autorizzare i genitori o i loro delegati ad entrare nella scuola durante l'orario scolastico per la somministrazione dei farmaci.
- Verificano la disponibilità su base volontaria del personale scolastico in servizio a garantire la continuità della somministrazione.
E se non ci sono le condizioni elencate?
- I Dirigenti scolastici possono stipulare accordi e convenzioni
- Possono attivare collaborazioni con l'Assessorato della Salute e per i servizi sociali.
- Se ciò non fosse possibile devono darne comunicazione formale ai genitori e al Sindaco del Comune di residenza dell'alunno.
Queste sono le indicazioni generali per poter affrontare i casi di alunni che hanno la necessita di assumere farmaci durante l'orario scolastico, non mancano però delle incongruenze tra le raccomandazioni e la vita reale, la giurisprudenza si è già espressa in merito.
Approfondimenti
somministrazione di farmaci a scuola
articoli scuola
protocollo farmaci scuola toscana
Il prossimo post lo dedicherò alle responsabilità dei docenti sulla somministrazione dei farmaci a scuola.
Mi piacerebbe conoscere i vostri commenti su questo tema.
fabio Sanna
martedì 5 febbraio 2013
Chi è l'infermiere forense?
Questo post è dedicato a chi ha voglia e piacere di intraprendere gli studi per il Master di infermieristica legale e forense, quindi delineare a grandi linee quali sarebbero le sue funzioni e i gli ambiti di appartenenza.
lunedì 4 febbraio 2013
Le nuove competenze degli infermieri
Prima di iniziare a scrivere questo mio primo
post sulle nuove competenze degli infermieri vorrei ringraziare il mio
ispiratore Riccardo Esposito di www.Mysocialweb.it,
per me un grande comunicatore del web dove mi ha aiutato a creare questo blog e
poter scrivere dei post leggibili, anche di argomenti complessi, spero che i
miei post arrivino agli affezionati della materia.
In seguito all'età media della popolazione, l’aumentare delle malattie croniche
degenerative associata alla profonda evoluzione
tecnico scientifica era necessario ridefinire gli ambiti di cura e
assistenza modificando il ruolo
professionale.
Dalla Bozza emergono degli aspetti positivi
così sintetizzati:
Spariscono le elencazioni, simili al vecchio mansionario della vecchia bozza
- Ø Ampliamento delle competenze/responsabilità
- Percorsi formativi strutturati dalle regioni
Investire nella professione infermieristica
per una nuova autonomia e responsabilità
professionale
Quali sono i criteri per determinare le
competenze
- Ø Criterio guida introdotto dalla legge 251/2000 attività diretta alla prevenzione alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva
- Ø Criteri limiti determinati dalla legge 42/99, costituito dal profilo professionale l’ordinamento universitario e formativo post base, e dai codici deontologici
La bozza demanda allo stato e regioni ognuno
per proprie competenze la
valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo della
professione nel rispetto:
- Ø Delle competenze proprie della professione
- Ø E dei percorsi formativi delle università.
In seguito a recenti dibattiti tra la professione
infermieristica e quella medica nella ridefinizione dei campi di attività
e delle competenze/responsabilità nei percorsi diagnostici-terapeutici-assistenziali, preso in considerazione la complessità
quotidiana del buon funzionamento degli ospedali si pone in evidenza la necessità
Ø
Del lavoro interdisciplinare
Ø
Multi
professionale all’interno dell’attività clinico
assistenziale
Ø
Con l’obiettivo la salute dell’individuo e
della collettività.
Le varie aree professionali
Ø
Infemiere di comunità-famiglia
Ø
Area intensiva-emergenza urgenza
Ø
Area medica
Ø
Area chirurgica
Ø
Area
neonatologica e pediatrica
Ø
Area
salute mentale e dipendenze
Preso atto di questa bozza è ragionevole avere
una visione integrata di varie componenti quali:
Ø
Contrattuale;
valorizzare le capacità professionali del singolo attraverso un sistema di incentivazione sia economico che
professionale
Ø
Formativa
regionale; attivare dei sistemi di collaborazione università regione finalizzata al
miglioramento delle competenze e riconoscimento dei crediti formativi
universitari
Ø
Formativa
curriculare universitaria; ridefinire i piani di studio dei percorsi universitari e post
universitari, in collaborazione con
ministeri,regioni al fine di rispondere alle necessità di sviluppo della
professione.
Ø
Accreditamento
professionale Viene istituito uno osservatorio per la certificazione delle competenze
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